Il
mio approccio allo yoga è sicuramente molto fisico e occidentale.
Questo
è dovuto alle mie esperienze. Ai maestri e agli allievi che ho
incontrato fino adesso.
Certo
personalmente leggendo, studiando e praticando ho sperimentato
sensazioni più sottili di armonia
e di ascolto.
Però
per trasmetterle ci vado in punta di piedi. Certe cose vanno provate
e ci vuole tempo.
Io
posso essere il tramite, posso essere una facilitatrice di questo
cammino.
Ed
è quello che amo di più.
Con
il filtro di quello in cui
credo
profondamente e che sento giorno per giorno trasmetto
e indico movimenti che sono
fondamentalmente una modalità di vita.
Questa modalità è diventata per me preghiera. Il tappetino il mio tempio. Lo spazio sacro per connettermi in profondità con tutto quello che mi circonda. Per sentirmi parte integrante e in sintonia con me stessa e gli altri.
Un
luogo senza tempo. O forse con il giusto tempo.
Dove
il presente si manifesta insegnando la
realtà e il superfluo. Nutrendo
la coscienza.
E’un
processo che a volte destabilizza e va trattato con cura e rispetto.
E
con il tempo diventa la risorsa a cui tornare per sentirsi a casa.
Dai
miei maestri Francesca Cassia e Roberto Milletti ho imparato a creare
sequenze come mandala da vivere e distruggere alla fine di ogni
lezione. Questo per coltivare la
libertà e non il attaccamento.
Per perseguire un fine nel presente e poi cambiarlo ogni volta
rinnovandosi.
Un
grande insegnamento che regala elasticità e resilienza.
Mi
piace credere che ognuno abbia la sua preghiera che lo faccia
stare meglio nella propria vita. Qualcosa
in cui credere da trasmettere
con l’esperienza e senza inutili
estremismi.
Tutte le sere alle 18 circa faccio la mia pratica quotidiana, così come viene. Come una preghiera mi raccolgo in me stessa e mi regalo questo spazio sempre unico e rinnovato.
Ne nasce sempre qualcosa di nuovo. L’intelligenza misteriosa del corpo indica la strada.
In questo periodo, grazie anche alla chiusura dovuto al virus, è nata in me l’esigenza forte di cercare nuove radici. Amo tantissimo il luogo dove abito da ormai dieci anni ma mi sono resa conto che per qualche motivo ancora a me ignoto mi sono sempre voluta sentire come una straniera qui.
Così nel mio spazio yoga sto cercando di stimolare muladhara chakra, il chakra della radice. Porto molta attenzione ai piedi, al loro appoggio a terra, faccio asana che energizzano le gambe e mi radico profondamente nel respiro.
Il resto poi sta venendo da sè. E non e`un caso. Ovviamente.
Ho incominciato a sentire la necessità di esplorare qui intorno, soprattutto il fiume. Di fare tesoro dei suoi doni per prendermi cura di me e della mia casa.
Raccolgo ortiche, cicorie, studio i profumi inebrianti che mi circondano e i fiori che li emanano.
Osservo le tante creature meravigliose che appartengono a questo posto quanto me. Le rondini appena tornate, gli aironi, i cormorani, i cigni, le folaghe, gli svassi, le anatre, i corvi, gli uccellini ballerina che danzano sull’acqua.
Raccolgo i sassi e delle conchiglie per decorare casa, insieme a qualche fiorellino spontaneo.
Mi nutro del verde intorno con tanta gratitudine.
E da un paio di settimane con i vicini ho creato più comunicazione e solidarietà. Ci scambiamo cose utili, ci mandiamo messaggi, consigli, ricette.
In un momento in cui la norma è il distanziamento sociale io non sono mai stata cosi`vicino alle persone che mi circondano.
Ieri ho fatto delle brioche fantastiche. Al terzo tentativo in dieci giorni ho raggiunto un ottimo risultato.
Messaggio: a distanza e con gli accorgimenti del caso vi porto la merenda! Ok grazie… io delle uova nostrane! Io altre conchiglie trovate al fiume! Io dei guanti in più che mi hanno dato in farmacia!
Oltre alle brioche ho preparato la pizza, i ravioli, il risotto alle ortiche e tante altre cose che mi aiutano a pensare che mi prendo cura di me.
Ho sistemato e pulito bene casa facendo sogni e progetti su lavoretti futuri per renderla ancora più piacevole. E ho sistemato i vestiti con piu`attenzione del solito facendo il cambio di stagione. Rivalutando cose dimenticate.
Ho sistemato e incorniciato foto e ricordi,. E faccio lezioni con skype dove parliamo un pò di tutto e ci facciamo compagnia.
E mi regalo il tempo di guardare il cielo.
E ore casa mia mi sembra più casa. Mi sembra un posto più accogliente e sicuro.
Mi sento sulla buona strada. Sicura questa volta che se sento un senso di appartenenza dove vivo questo di sicuro non mi bloccherà ancorata qui ma mi farà stare ancora più a mio agio nel mondo.
In un venerdì 17 di un anno bisestile con pandemia in corso Shanti e io vi aspettiamo per una pratica morbida di mezz’ora con la fiducia che possa essere d’aiuto ad allentare le tensioni.
Aperture e piegamenti in avanti che fluiscono insieme per allungare la colonna, creare spazio nel corpo e nella mente e stimolare il nervo vago.
Il nervo vago attraverso le asana e le tecniche di respirazione si attiva nel ruolo di gestione del sistema parasimpatico aiutando a lasciare andare e ritrovare calma .
Questo pemette di rallentare stress, ansia, paura e troppa attivazione. Ad alleviare mal di testa, pressione alta e insonnia.
L ‘om chanting con la vibrazione aiuta in questo scopo , disattivando la parte limbica del cervello. Anche l’allungamento dei muscoli del collo ingaggia i meccanismi che portano ad un rilassamento profondo.
Le estensioni aprono il petto, il cuore e il respiro donando un senso di euforia e di coraggio.
I piegamenti in avanti massaggiano gli organi interni e promuovono la qualità dell’introspezione.
Posizioni contrarie tra loro che intersecate in una sequenza bilanciata danno equilibrio e pace.
Avendo problemi ai dischi vanno eseguite con cautela e attivando bene l’addome che supporta la schiena.
Purtroppo ho sperimentato di persona cosa volesse dire riprendere con gradualità dopo essere rimasta bloccata per sciatalgia dovuta ad un’ernia. Quando mi e`stato possibile muovermi ho rinforzato addominali e gambe prima di riprendere a praticare con sicurezza.
Fatte nel giusto modo e rispettando il proprio corpo e i propri limiti aiutano poi addirittura ad evitare problemi di rigidità e schiacciamenti.
Portare l’attenzione al respiro che si muove nel movimento è un atto meditativo che completa la pratica e ci ancora al presente.
Questo è un periodo dove tutto è stravolto e le giornate sono da inventare. La percezione del rischio, delle privazioni e del dolore riempie la nostra mente. Per mettere in un angolo la paura e aiutare mente e corpo a rimanere sani e attivi per me è importante avere dei riti da rispettare e delle sane sanissime abitudini.
Yoga, meditazione, riposo, letture, film divertenti, disegnare, super chiacchierate skype con tanto di caffè da condividere. E cucinare… soprattutto impastare è altamente rigenerante!
Una cosa che è rimasta invariata è la nostra serata ‘sciallata’.
Camino acceso e cena sul divano rigorosamente. Il tempo che si dilata e le preoccupazioni si allentano. Viene voglia di lasciarsi andare e celebrare.
Noi lo facciamo preparando una cena di finte schifezze. Si, quel cibo che solitamente fa un gran male ma che la mente associa ad un comfort incredibile. Birretta artigianale. Scelta accurata di un bel film da proiettare. E la nostra bolla rassicurante ci coccola e ci unisce. Hummus e pane indiano all’aglio sono una di queste scelte. Oppure piadina e tramezzini, hamburger, pizza, guacamole e tzatziki .
Qui di seguito riporto le ricette di hummus e pane indiano. Semplicissime.
Hummus
di ceci
Ingredienti:
400
grammi di ceci secchi
limone
curry
sesamo
Mettere
in ammollo i ceci
la sera prima. Cuocerli in abbondante acqua con un pò di sale.
Lasciarli raffreddare e poi metterli in un mixer insieme al succo di
un limone, il sesamo precedentemente tostato e tritato che rilascia
un profumo incredibile e
il curry. Aggiungere olio exra vergine e dell’acqua tiepida man
mano che si vede la consistenza del composto. A me piace anche
aggiungere talvolta della paprika piccante.
Qui non aggiungo l’aglio perchè c’e`già nel pane.
Pane all’aglio
400 grammi di farina O
170 grammi di acqua
30 grammi di olio
10 grammi di sale
1 aglio intero
Preparare l’impasto con
tutti gli ingredienti. Generalmente io uso un pò di pasta madre. In
mancanza puoi aggiungere un pizzico di bicarbonato. Lasciare riposare
per almeno mezz’ora. Tagliare gli spicchi d’aglio sottilissimi e
aggiungerli all’mpasto prima di dividerlo in palline. Dovrebbero
essere circa sei. Stendere con il mattarello e una alla volta mettere
le sfoglie di pane in una padella antiaderente gia`molto calda. Per
circa 3 minuti per lato. Mettendo un copercho la cottura e`migliore.
Anni fa
parlai con un amico psicanalista in un momento della mia vita in cui
avevo parecchia ansia.
Gli dissi rigidamente che mi trovavo ‘in difetto’come insegnante di yoga non riuscendo a controllarmi, a gestire almeno in parte questo stato d’animo attraverso la respirazione o la meditazione.
Lui mi
rispose ‘pensi che noi psicologi siamo immuni da ansia o
depressione?’
Mi resi
conto che una sorta di presunzione/mania di controllo stava
confondendo la mia ragione. Nonostante quotidianamente cerco la
strada per lasciare andare e per trasmetterlo a chi fa yoga con me,
la fragilità porta a galla atteggiamenti o pensieri compusivi con
facilità.
La
prova più tosta la stò avendo proprio ora, da due mesi a questa
parte.
Dopo una piccola caduta in montagna in agosto ho avuto a intermittenza dolore molto forte nella zona lombare. Cerotti, taping, arnica, osteopata… forse l’articolazione sacro iliaca, forse contratture muscolari… Io nel frattempo ho continuato ad insegnare, fare lunghe camminate, corsi di formazione. Poi a Novembre un dolore forte al gluteo, come una pugnalata… costante.
Una
mattina mi sveglio presto per andare a fare colazione fuori con il
mio fidanzato, metto i
piedi per terra e quasi svengo dal dolore! Sudo, mi si
annebbia la vista, decisamente mi è impossibile stare in piedi. Mi
sdraio e cerco di calmarmi e respirare…
Ho
passato la prima settimana così …piangendo dal dolore, un dolore
profondo, elettrico e snervante. Un dolore senza mai trovare una
posizione che mi potesse dare sollievo, senza dormire, senza mai
alzarmi, dipendendo dagli altri.
E qui introduco la prima delle mie false convinzioni da cambiare: la paura di chiedere! Di essere debole ed aver bisogno di aiuto!
E’una grazia, un sollievo per l’anima potersi affidare e sentire l’amore che qualcuno ti offre incondizionatamente.
Tra il
letto e il divano, senza interesse per nulla per lo stress di gestire
il male ho fatto un ciclo di punture di antinfiammatorio senza
benefici e di seguito di cortisone.
Proprio
io che per prendere una tachipirina faccio testa o croce??? ( seconda
falsa convinzione)
Sempre cercando di curare la causa e non la conseguenza, sempre portando l’attenzione per un benessere generale e per la prevenzione con uno stile di vita sana penso che i farmaci quando servono sono una grazia.
Quindi… Grazie cortisone! Un po’il tempo, il riposo e il farmaco giorno per giorno il dolore molla la presa e io riesco a rilassarmi e provare fiducia.
Il mio
nervo sciatico stava soffrendo terribilmente. Sono abituata a
‘sentire’ i muscoli, le articolazioni,
il ritmo del respiro… per questo ero impreparata.
Decido
ovviamente di fare una rm. Risultato: ernia L5 S1
Ma
come!!! Insegno yoga, mi ascolto, allungo, aiuto le persone a
prendersi cura della propria schiena, mi piego in ogni asana ?!(
terza falsa convinzione)
E’bello fare pace con le proprie imperfezioni e con la consapevolezza che il corpo cambia. Prendere coscientemente degli accorgimenti per ognuno di questi cambiamenti
Io vivo con due uomini, il mio compagno e mio figlio, entrambi sono più forti fisicamente di me… quante volte stupidamente mi sono persa in competizioni assurde con loro invece di ascoltarmi!!!
E come
dice una cara amica ‘arriva sempre a noi con naturalezza ciò che
ci serve’
Fermarmi!
Per andare verso i miei ritmi e la mia intimità.
Attraversando l’esperienza del dolore e dell’impedimento.
Con
molta pazienza e tanta meditazione l’attenuarsi del dolore forte ha
permesso che io potessi avere spunti di riflessione e di crescita
dall’esperienza che stavo avendo.
Ho
ripreso in mano cose molto mie accantonate dalla velocità delle
giornate e ho ridimensionato certi pensieri.
Io che mi identifico molto, forse troppo con il mio corpo elastico e forte, con la sacralità della mia pratica quotidiana, con la mia fisicità e con il lavoro d’insegnante ( quarta falsa convinzione), ho fatto pace con l’impedimento. Presunzione yogica!!!
Ho
capito che ne avrò ancora per molto anche se miglioro continuamente.
Ho
ripreso a fare lezioni senza praticare per tutto il tempo e
introducendo spunti alternativi.
Ho
ripreso a nuotare ed è magnifico quanto mi faccia stare bene!!!
Ho
ripreso la mia pratica quotidiana facendo sequenze morbide che mi
aiutano ad alleggerire la colonna. Le flessioni in avanti che tanto
amo e certe torsioni per il momento restano solo un pensiero.
E
soprattutto ho ripreso a guardarmi con compassione, felice per tutto
quello che faccio e con la nuova convinzione che la belllezza non è
perfetta.
Lo yoga festival a Milano è un appuntamento piacevole dove poter provare tante pratiche diverse e incontrare colleghi e amici che non vedo da tempo.
Quest’anno ho avuto il piacere di portare una mia allieva e di vedere il suo entusiasmo nello sperimentare le lezioni.
E’stato molto bello condividere scoperte, emozioni e fatica😂
La cosa meravigliosa è ritrovare ogni volta come se fosse ieri la community di Odaka yoga. Sempre molto unita e coinvolgente, quando srotolo il tappetino e inizio la pratica con loro mi sento a casa. E finalmente faccio yoga per me soltanto e mi lascio andare!!!
Onde, movimenti morbidi, presenza in ogni istante dal proprio centro alle estremità e oltre… ad abbracciare tutta l’energia intorno. Attraverso il divenire fluidi la possibilità per se stessi di ammorbidire, sciogliere e andare in profondità. Sia nel corpo che nell’anima.
Mi ricordo quel giorno in Camargue, scappando di continuo agli attacchi di acutissime zanzare, mi sono lasciata convincere da mio figlio a fare una passeggiata con i famosi cavalli bianchi, bellissimi.
Tramonto fantastico, paesaggio silenzioso e selvaggio… questa la cornice… DELLA MIA PAURA!!!!!!!!!!
E in realtà non sapevo che avrei avuto così paura fino a quando mi sono trovata sopra questo essere vivente. Bello , fiero e ovviamente imprevedibile. E alto.
Mio figlio che già era stato più`volte a cavallo da noi in Franciacorta non si curava di me e non vedeva l’ora di partire. Presuntuoso e distratto. Mi sembrava lui il grande e io la piccola!
Studiavo l’animale con ansia cercando di capire se potevo fidarmi di lui. Volevo convincermi che fosse lui, il mio, il più calmo ed affidabile della mandria.
I
colori nel cielo si trasformavano in continuazione dal rosso
infuocato al rosa che si perdeva con i fenicotteri
all’orizzonte.
Nonostante
fossi completamente bloccata qualcosa di piacevole si stava facendo
spazio dentro di me. Mi stavo lasciando andare al nuovo,
all’esperienza, all’ignoto. E la natura mi stava dando una gran
mano davvero!
Il ragazzo che gestiva il maneggio vedendomi un po’impacciata, praticamente ferma, mentre gli altri già erano partiti, con cappello da cowboy e sorriso smagliante si avvicina e mi dice ‘Ne t’inquiéte pas, il y a toujours une première fois !!!’. Da’ una pacca al cavallo che senza indugio parte convinto e morbido… piacevole.
E
cosa è accaduto dopo?
Pura gioia!!!!… emozioni e condivisione vera. Un tutto profondo con la natura che si avvicinava alla sera.
Quanto
il timore di non conoscere ci blocca dal fare un’esperienza?
Il non sapere come poter gestire una cosa nuova, una situazione che ci fa paura, ci scuote e per contro ci fa vedere gli altri a proprio agio. Tante volte è cosi`radicata in noi questa modalità dal farci agire per non trovarci mai davanti a questa opportunità di sperimentare nuove parti di noi, nuova vita.
Io
pensando alla me stessa di quel momento sorrido e provo tenerezza.
Allora lo sguardo determinato e le parole giuste di un estraneo hanno
placato timori per lasciare spazio a ciò che poteva essere.
Ora
questa motivazione la cerco sempre dentro di me e la coltivo. Penso
che sia un privilegio quel brivido della prima volta e che poi è
altrettanto un privilegio assaporare la conoscenza e affinare le
proprie capacità. In qualunque ambito, nella luce e nell’ombra di
cui la vita è fatta.
Neanche
a dirlo, lo yoga e la meditazione sono state la mia strada per questa
apertura. Quasi si è ribaltata la prospettiva. Se sento che per
lungo tempo non sto facendo qualcosa per la prima volta mi fermo e
penso ‘Marina, sei sicura che va tutto bene?’
L’espansione verso il momento presente che lo yoga porta con se aiuta ad essere centrati e reattivi, pronti a surfare qualunque onda stia per arrivare. Con la meditazione inoltre riusciamo a divincolarci da attaccamenti pericolosi che pensiamo ci proteggano e invece sono il nostro peggior nemico. E con il tempo sviluppare resilienza e spazio.
Ho riletto recentemente il libro di un’autrice che mi piace molto: Chiara Gamberale. S’intitola ‘Per dieci minuti’. Parla di una ragazza che ha perso un bel pò di certezze e attraversa un periodo di crisi e di vuoto. La sua terapista le suggerisce per un mese di fare qualcosa di nuovo per dieci minuti ogni giorno tenendo un diario. Così facendo, in un clima semplice e frizzante, la protagonista si trova ad accogliere una realtà che non avrebbe mai immaginato, a fare scelte sorprendenti da cui ripartire.
Di giorno in giorno come se ogni esperienza si trasformasse in speranza. Come se ogni giorno potesse trasmettere a quello che segue una possibilità anche quando tutto trema intorno e dentro.
Vorrei concludere proprio con una frase del Corriere della sera che descrive questo libro:
‘Il
meglio sta in tutte quelle esperienze interessanti che ancora ci
aspettano’
Ieri siamo stati ospiti dell’azienda agricola Bertoli Emiliana a Pontoglio. L’occasione è stata una splendida pratica in connessione con la natura tra i filari e in conclusione un delizioso brunch con prodotti locali fatti in casa.
Colori concilianti, galli che cantano, galline, maiali, profumi di ottobre e tanta, tanta partecipazione ed energia.
La lezione è stata proprio dedicata alla percezione e allo scambio di questa energia, tra il nostro interno e l’ambiente circostante. All’ascolto della trasformazione continua che avviene con lo yoga. All’ attivazione e al riequilibrio di tutti chakra.
Il brunch una vera coccola, come a casa. Pane e marmellata di frutti di bosco, torta di mela, crostate, torte salate con verdure, frittelle di mele calde con cannella, infuso di menta macerata e caffè.
Fine
settembre, i colori stanno cambiando… l’aria è
un misto di foschia e rossore, fresca. Il profumo è dolciastro e ti
avvolge.
Un
invito velato al ritiro dei sensi, a spostarsi un po’all’
interno.
Camminando
mi accorgo che è il tempo in cui fiorisce una pianta che amo molto:
l’osmanthus. Mi piace per l’esplosione
pazzesca del suo profumo misto tra arancia e pesca, in un momento
discreto e riservato in cui tutta la natura è richiamata al riposo.
Un regalo meraviglioso che mi ha fatto lo yoga è l’ascolto, di me stessa e di tutto quello che mi circonda. La capacità e il desiderio di vivere seguendo i ritmi della terra. E quando questo accade si innesca un vortice positivo che ti aiuta a stare bene e a vivere connesso… che è l’unica modalità di vita serena.
Connesso
nel vero senso della parola, non in quello digitale da cui proprio in
questo periodo bisognerebbe prendere una pausa.
Io
approfitto sempre di questa stagione per mettere
un pò a riposo il corpo che in estate vive il periodo più
frenetico.
Con
l’arrivo dell’autunno l’orto ti viene in aiuto con frutti
eccezionali dalle innumerevoli proprietà antiossidanti.
Zucca, barbabietole, melograni, radicchio, broccoli, cavoli, porri, uva, mele, pere… Io non mi faccio mai mancare anche banane, kiwi, noci e prugne che aumentano la produzione di serotonina che in questi mesi può andare calando.
La
mia pratica yoga diventa più intima, senza forzature, senza
presunzione. In totale ascolto e
accetazione dei limiti. Ho bisogno di rallentare e portarmi verso il
mio cuore. Soprattuto ora che la mia mente è indaffarata ad
organizzare, raggiungere, intersecare cose.
Quando ti ascolti
profondamente, luce e ombra, aumenti la capacità di provare
compassione. E la compassione ti riconnette al tutto.
Il mondo sarebbe un posto migliore se facessimo inaspettati atti giornalieri di compassione.
Reazioni a catena di grazia.
Un
sorriso, un piccolo aiuto, una reazione più morbida ad una
provocazione, un ascolto più profondo, un pò di tempo da dedicare a
qualcuno, una telefonata o un messaggio per
interessarsi, un regalo inatteso…
Ieri sera ero sul divano con mio figlio, tisana e serie Friends… già per me era un momento lento e quieto. Direi perfetto.
La
cosa che mi ha sorpreso e scaldato in tutti i
sensi? Avevo sonno, freddo, ero tutta
rannicchiata. E lui mi ha messo una copertina addosso… morbida,
calda, verde e gentile.
Ci ho messo meno di un minuto ad addormentarmi con il cuore pieno e il sorriso sulle labbra!
Un
gesto inaspettato di amore e di cura, che ha suscitato in me
altrettanta voglia di regalare attenzione.
L’autunno può essere il momento più naturale per essere cedevole e conciliante.
Da questa settimana sono iniziati i corsi presso la scuola di danza Enjoy Dance a Sarnico. Quest’anno proponiamo molte lezioni in più!
👉dai un’occhiata alla locandina di seguito e trova il tuo orario! Per avere informazioni su tipologia di lezioni, prezzi e posti disponibili contattami
🌱 345 9312673 🌱 marinacaputo@pureyoga.it
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