Qualcosa in cui credere

Spazi sacri e modalità di preghiera

pureyoga, odaka yoga, lago d'Iseo e Franciacorta

Il mio approccio allo yoga è sicuramente molto fisico e occidentale.

Questo è dovuto alle mie esperienze. Ai maestri e agli allievi che ho incontrato fino adesso.

Certo personalmente leggendo, studiando e praticando ho sperimentato sensazioni più sottili di armonia e di ascolto.

Però per trasmetterle ci vado in punta di piedi. Certe cose vanno provate e ci vuole tempo.

Io posso essere il tramite, posso essere una facilitatrice di questo cammino.

Ed è quello che amo di più.

Con il filtro di quello in cui credo profondamente e che sento giorno per giorno trasmetto e indico movimenti che sono fondamentalmente una modalità di vita.

Questa modalità è diventata per me preghiera. Il tappetino il mio tempio. Lo spazio sacro per connettermi in profondità con tutto quello che mi circonda. Per sentirmi parte integrante e in sintonia con me stessa e gli altri.

Un luogo senza tempo. O forse con il giusto tempo.

Dove il presente si manifesta insegnando la realtà e il superfluo. Nutrendo la coscienza.

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E’un processo che a volte destabilizza e va trattato con cura e rispetto.

E con il tempo diventa la risorsa a cui tornare per sentirsi a casa.

Dai miei maestri Francesca Cassia e Roberto Milletti ho imparato a creare sequenze come mandala da vivere e distruggere alla fine di ogni lezione. Questo per coltivare la libertà e non il attaccamento. Per perseguire un fine nel presente e poi cambiarlo ogni volta rinnovandosi.

Un grande insegnamento che regala elasticità e resilienza.

Mi piace credere che ognuno abbia la sua preghiera che lo faccia stare meglio nella propria vita. Qualcosa in cui credere da trasmettere con l’esperienza e senza inutili estremismi.

Per creare fiducia, unione e benessere.

Solo se ti radichi puoi estenderti

Lezione di martedì 28 Aprile ore 18,00

Tutte le sere alle 18 circa faccio la mia pratica quotidiana, così come viene. Come una preghiera mi raccolgo in me stessa e mi regalo questo spazio sempre unico e rinnovato.

Ne nasce sempre qualcosa di nuovo. L’intelligenza misteriosa del corpo indica la strada.

In questo periodo, grazie anche alla chiusura dovuto al virus, è nata in me l’esigenza forte di cercare nuove radici. Amo tantissimo il luogo dove abito da ormai dieci anni ma mi sono resa conto che per qualche motivo ancora a me ignoto mi sono sempre voluta sentire come una straniera qui.

Così nel mio spazio yoga sto cercando di stimolare muladhara chakra, il chakra della radice. Porto molta attenzione ai piedi, al loro appoggio a terra, faccio asana che energizzano le gambe e mi radico profondamente nel respiro.

Il resto poi sta venendo da sè. E non e`un caso. Ovviamente.

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Ho incominciato a sentire la necessità di esplorare qui intorno, soprattutto il fiume. Di fare tesoro dei suoi doni per prendermi cura di me e della mia casa.

Raccolgo ortiche, cicorie, studio i profumi inebrianti che mi circondano e i fiori che li emanano.

Osservo le tante creature meravigliose che appartengono a questo posto quanto me. Le rondini appena tornate, gli aironi, i cormorani, i cigni, le folaghe, gli svassi, le anatre, i corvi, gli uccellini ballerina che danzano sull’acqua.

Raccolgo i sassi e delle conchiglie per decorare casa, insieme a qualche fiorellino spontaneo.

Mi nutro del verde intorno con tanta gratitudine.

E da un paio di settimane con i vicini ho creato più comunicazione e solidarietà. Ci scambiamo cose utili, ci mandiamo messaggi, consigli, ricette.

In un momento in cui la norma è il distanziamento sociale io non sono mai stata cosi`vicino alle persone che mi circondano.

Ieri ho fatto delle brioche fantastiche. Al terzo tentativo in dieci giorni ho raggiunto un ottimo risultato.

Messaggio: a distanza e con gli accorgimenti del caso vi porto la merenda! Ok grazie… io delle uova nostrane! Io altre conchiglie trovate al fiume! Io dei guanti in più che mi hanno dato in farmacia!

Oltre alle brioche ho preparato la pizza, i ravioli, il risotto alle ortiche e tante altre cose che mi aiutano a pensare che mi prendo cura di me.

Ho sistemato e pulito bene casa facendo sogni e progetti su lavoretti futuri per renderla ancora più piacevole. E ho sistemato i vestiti con piu`attenzione del solito facendo il cambio di stagione. Rivalutando cose dimenticate.

Ho sistemato e incorniciato foto e ricordi,. E faccio lezioni con skype dove parliamo un pò di tutto e ci facciamo compagnia.

E mi regalo il tempo di guardare il cielo.

E ore casa mia mi sembra più casa. Mi sembra un posto più accogliente e sicuro.

Mi sento sulla buona strada. Sicura questa volta che se sento un senso di appartenenza dove vivo questo di sicuro non mi bloccherà ancorata qui ma mi farà stare ancora più a mio agio nel mondo.

Lezione del tramonto

Venerdi 17 Aprile alle ore 19

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In un venerdì 17 di un anno bisestile con pandemia in corso Shanti e io vi aspettiamo per una pratica morbida di mezz’ora con la fiducia che possa essere d’aiuto ad allentare le tensioni.

Aperture e piegamenti in avanti che fluiscono insieme per allungare la colonna, creare spazio nel corpo e nella mente e stimolare il nervo vago.

Il nervo vago attraverso le asana e le tecniche di respirazione si attiva nel ruolo di gestione del sistema parasimpatico aiutando a lasciare andare e ritrovare calma .

Questo pemette di rallentare stress, ansia, paura e troppa attivazione. Ad alleviare mal di testa, pressione alta e insonnia.

L ‘om chanting con la vibrazione aiuta in questo scopo , disattivando la parte limbica del cervello. Anche l’allungamento dei muscoli del collo ingaggia i meccanismi che portano ad un rilassamento profondo.

Le estensioni aprono il petto, il cuore e il respiro donando un senso di euforia e di coraggio.

I piegamenti in avanti massaggiano gli organi interni e promuovono la qualità dell’introspezione.

Posizioni contrarie tra loro che intersecate in una sequenza bilanciata danno equilibrio e pace.

Avendo problemi ai dischi vanno eseguite con cautela e attivando bene l’addome che supporta la schiena.

Purtroppo ho sperimentato di persona cosa volesse dire riprendere con gradualità dopo essere rimasta bloccata per sciatalgia dovuta ad un’ernia. Quando mi e`stato possibile muovermi ho rinforzato addominali e gambe prima di riprendere a praticare con sicurezza.

Fatte nel giusto modo e rispettando il proprio corpo e i propri limiti aiutano poi addirittura ad evitare problemi di rigidità e schiacciamenti.

Portare l’attenzione al respiro che si muove nel movimento è un atto meditativo che completa la pratica e ci ancora al presente.

Namastè

Pratica detox sul fiume

Lezione di mezz’ora per purificare mente e corpo

Martedì 14 Aprile ore 9,00

(Nella speranza che abbiate finito la colomba e oggi vi dedichiate ad un cibo più fresco).

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Accogliamo l’invito della primavera a rinnovarsi e lasciare andare abitudini e attaccamenti che non servono più.

Purificare il corpo attraverso una pratica indirizzata alle torsioni e alle flessioni che stimolano il fuoco gastrico.

Purificare la mente con il respiro e le intenzioni.

Quando strizziamo la colonna vertebrale esercitiamo un’azione che spreme dolcemente gli organi interni quali fegato, intestino, stomaco e reni, favorendo l’ossigenazione dei tessuti e l’espulsione di ciò che ristagna.

Da un punto di vista biomeccanico i corpi vertebrali ruotano l’uno in relazione all’altro senza comprimere i dischi. E’un movimento neutrale che va eseguito esercitando costantemente l’estensione della colonna.

Mentalmente a livello più sottile le torsioni rappresentano un cambio di prospettiva e la capacita`di vedere laddove prima non riuscivamo innescando intuizione e cambiamento.

Le tecniche di respirazione conducono la mente in uno stato di calma, centratura e armonia. Il pranayama è una scienza millenaria, un ponte tra il livello fisico e quello mentale.

Una mente calma contribuisce alla digestione. Non solo del cibo ma anche delle emozioni. E a una percezione dei sensi sana. Prepara alla meditazione che innesca un processo virtuoso che cambia la vita.

Per questa lezione vi chiederei di fare questo pensiero:

Per rendere la pratica più profonda e non lasciarla solo ad un livello fisico. Provate a pensare di essere sul punto di entrare in una chiesa o un luogo di culto. Vi fermate un attimo prima di entrare per portarvi con la vostra attenzione da un contesto più sociale e caotico ad un’atmosfera più sacra e silenziosa.

La consapevolezza di entrare in uno spazio speciale.

Con un’energia speciale.

Che richiede un atteggiamento di concentrazione e rispetto.

Prendete posto sul vostro tappetino nello stesso modo.

E stabilite delle intenzioni per la pratica, per voi stessi, per il proseguimento della giornata o per qualcuno che ha bisogno di voi.

Cosi la pratica rivelerà i suoi più autentici benefici.

Purificazione di primavera

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La primavera è quel momento magico dove la natura si risveglia. C’è una profonda espansione. L’attività organica è esplosiva.

Questo vale per la terra, il corpo fisico, il sistema nervoso ed emotivo.

Il nostro corpo ha bisogno di aprirsi all’esterno ed equilibrarsi.

Questo passaggio, seppur naturale, è sempre molto delicato.

I processi di rinnovamento richiedono uno sforzo, sia per i cambiamenti biochimici che per le maggiori ore di luce.

Il metabolismo si deve attivare per eliminare tutte le scorie accumolate durante l’inverno che ristagnano. La termoregolazione per adattarsi ad un clima diverso assorbe tanta energia.

Questo spiega la stanchezza e la sonnolenza che si sperimentano in questo periodo dell’anno. E l’inquietudine talvolta.

L’equilibrio del fegato è fondamentale per la salute e lo stato emotivo.

Il fegato converte il cibo in forza vitale.

In medicina cinese viene chiamato ‘il comandante’.

Va mantenuto leggero grazie ad un’alimentazione rinfrescante, al riposo e allo yoga.

Un’alimentazione grassa o ricca di zuccheri affatica questo organo. Anche lo stress, la troppa fatica fisica, la mancanza di ore di sonno.

IL CIBO E LE EMOZIONI NON DIGERITI APPESANTISCONO GLI ORGANI INTERNI E LA SALUTE.

La digestione quindi è alla base della salute.

Nello yoga quando si parla di digestione non ci si riferisce soltanto alla metabolizzazione degli alimenti.

Quando la capacità digestiva è forte (e questo include cibo, bevande ma anche esperienze, emozioni, sensazioni) manteniamo i tessuti sani ed eliminiamo i prodotti di scarto in modo efficiente.

Il fuoco digestivo viene chiamato in sanscrito Agni. E’una delle divinità indù maggiormante adorate nella religione vedica.

Dio del fuoco e della luce, anima tutti i processi biologici.

E’l’elemento trasformatore e purificatore dell’organismo e dell’anima.

Se Agni è indebolito da un’alimentazione scorretta, dalla mancanza di attività fisica o da emozioni negative si produrranno costantemente tossine che vengono conservate nel corpo ostruendolo.

Questo residuo tossico è per l’ayurveda la causa principale delle malattie.

SIAMO CIO’CHE DIGERIAMO, sia fisicamente che mentalmente.

La capacità di digerire evidenzia il nostro stato di benessere.

Agni bilanciato porta salute, chiarezza mentale, energia e forza.

Il nutrimento racchiude in sè una sacralità profonda. Insieme al respiro rappresenta la via naturale e ineluttabile di comunicazione tra interno ed esterno. L’introduzione di una parte di mondo in sè e la consegna di una parte di sè al mondo.

Un ruolo importantissimo per completare il concetto di purificazione lo riveste la mente.

Il nostro stile di vita generalmente ci mantiene in uno stato di continua allerta in cui il corpo produce un eccesso di sostanze stressogene. Cortisolo e adrenalina stimolano eccessivamente il sistema simpatico creando squilibrio. Inoltre questa attivazione continua abbassa le difese immunitarie, danneggia la memoria, altera il metabolismo e alza la glicemia.

La respirazione profonda e consapevole insieme alla meditazione allentano ansia e stress e aiutano a tenere il diaframma in salute. Il diaframma efficiente a sua volta massaggia l’apparato digerente.

La meditazione permette di riallineare i propri ritmi con quelli della natura creando uno stato di connessione profonda che porta unione e benessere sublimando tutto il percorso yogico.

Diversi studi scientifici dimostrano come educando la mente possiamo agire sui nostri geni. Non modificandoli certamente ma andando ad agire sulla loro attività e riducendo l’espressione dei geni dell’infiammazione.

Aumentando l’attività dei geni che ci difendono dallo stress ossidativo.

Per il rinnovamento delle nostre cellule quindi non è impotante solo il cibo ma anche l’esercizio fisico , la meditazione e il cibo spirituale.

La meditazione purifica in profondità la mente svuotandola. Rendendola flessibile e stabile, disposta ad abbandonare certezze assecondando il flusso della realtà.

Innesca un processo virtuoso aiutandoci a superare schematismi e favorendo la mente creativa.

La pratica yoga per un percorso di purificazione deve agire quindi su diversi fronti.

Principalmente le asana saranno di torsione per stimolare il fuoco digestivo, sprigionare caldo ed energia e favorire il rilascio delle impurità.

Posizioni poi che agiscono sui meridiani che corrispondono a fegato e vescica per riportare questi organi al massimo delle loro potenzialità. Lavorando sulla lateralità del corpo.

Posizioni in piedi per attivare gli arti inferiori e la circolazione linfatica che funge da drenante a tutti gli organi interni.

Penso sia altrettanto importante lavorare sul respiro e le posizioni che stimolano il sistema parasimpatico.

Le flessioni in avanti pricipalmente che favoriscono la digestione ela calma.

Tecniche di pranayama per migliorare la qualità del respiro aiutando a rimanere in frequenze positive per prepararsi alla meditazione.

Riti di purificazione per corpo e mente:

pulizia di naso e lingua

massaggio del corpo con oli essenziali

movimento

stare nella natura

digiuno mediatico, o controllo delle informazioni

avere abitudini e orari

concedersi il silenzio

riposare ( andare a letto entro le 23, stare svegli fino tardi rallenta il metabolismo)

yoga e meditazione

mantra o preghiere

cibi rinfrescanti ( in questa stagione cicoria, rucola, tarassaco, asparagi, ravanelli, fave, silene)

Comfort dolce comfort

Cena ‘sciallata’

odo dove tutto è stravolto e le giornate sono da inventare. La percezione del rischio, delle privazioni e del dolore riempie la nostra mente. Per mettere in un angolo la paura e aiutare mente e corpo a rimanere sani e attivi per me è importante avere dei riti da rispettare e delle sane sanissime abitudini. Yoga, meditazione, riposo, letture, film divertenti, disegnare, super chiacchierate skype con tanto di caffè da condividere. E cucinare... soprattutto impastare è altamente rigenerante. Una cosa che è rimasta invariata è la nostra serata ‘sciallata’. Camino acceso e cena sul divano rigorosamente. Il tempo che si dilata e le preoccupazioni si allentano. Viene voglia di lasciarsi andare e celebrare. Noi lo facciamo preparando una cena di finte schifezze. Si, quel cibo che solitamente fa un gran male ma che la mente associa ad un comfort incredibile. Birretta artigianale. Scelta accurata di un bel film da proiettare. E la nostra bolla rassicurante ci coccola e ci unisce. Hummus e pane indiano all’aglio sono una di queste scelte. Oppure piadina e tramezzini con hummus e quello che abbiamo in frigorifero e due patatine al forno. Qui di seguito riporto le ricette di hummus e pane indiano. Semplicissime Hummus di ceci Ingredienti: 400 grammi di ceci secchi limone curry sesamo Mettere in ammollo i ceci la sera prima. Cuocerli in abbondante acqua con un pò di sale. Lasciarli raffreddare e poi metterli in un mixer insieme al succo di un limone, il sesamo precedentemente tostato e tritato che rilascia un profumo incredibile e il curry. Aggiungere olio exra vergine e dell’acqua tiepida man mano che si vede la consistenza del composto. A me piace anche aggiungere talvolta della paprika piccante. Qui non aggiungo l’aglio perchè c’e`già nel pane. Pane all’aglio 400 grammi di farina O 170 grammi di acqua 30 grammi di olio 10 grammi di sale 1 aglio intero Preparare l’impasto con tutti gli ingredienti. Generalmente io uso un pò di pasta madre. In mancanza puoi aggiungere un pizzico di bicarbonato. Lasciare riposare per almeno mezz’ora. Tagliare gli spicchi d’aglio sottilissimi e aggiungerli all’mpasto prima di dividerlo in palline. Dovrebbero e

Questo è un periodo dove tutto è stravolto e le giornate sono da inventare. La percezione del rischio, delle privazioni e del dolore riempie la nostra mente. Per mettere in un angolo la paura e aiutare mente e corpo a rimanere sani e attivi per me è importante avere dei riti da rispettare e delle sane sanissime abitudini.

Yoga, meditazione, riposo, letture, film divertenti, disegnare, super chiacchierate skype con tanto di caffè da condividere. E cucinare… soprattutto impastare è altamente rigenerante!

Una cosa che è rimasta invariata è la nostra serata ‘sciallata’.

Camino acceso e cena sul divano rigorosamente. Il tempo che si dilata e le preoccupazioni si allentano. Viene voglia di lasciarsi andare e celebrare.

Noi lo facciamo preparando una cena di finte schifezze. Si, quel cibo che solitamente fa un gran male ma che la mente associa ad un comfort incredibile. Birretta artigianale. Scelta accurata di un bel film da proiettare. E la nostra bolla rassicurante ci coccola e ci unisce. Hummus e pane indiano all’aglio sono una di queste scelte. Oppure piadina e tramezzini, hamburger, pizza, guacamole e tzatziki .

Qui di seguito riporto le ricette di hummus e pane indiano. Semplicissime.

Hummus di ceci

Ingredienti:

400 grammi di ceci secchi

limone

curry

sesamo

Mettere in ammollo i ceci la sera prima. Cuocerli in abbondante acqua con un pò di sale. Lasciarli raffreddare e poi metterli in un mixer insieme al succo di un limone, il sesamo precedentemente tostato e tritato che rilascia un profumo incredibile e il curry. Aggiungere olio exra vergine e dell’acqua tiepida man mano che si vede la consistenza del composto. A me piace anche aggiungere talvolta della paprika piccante.

Qui non aggiungo l’aglio perchè c’e`già nel pane.

Pane all’aglio

400 grammi di farina O

170 grammi di acqua

30 grammi di olio

10 grammi di sale

1 aglio intero

Preparare l’impasto con tutti gli ingredienti. Generalmente io uso un pò di pasta madre. In mancanza puoi aggiungere un pizzico di bicarbonato. Lasciare riposare per almeno mezz’ora. Tagliare gli spicchi d’aglio sottilissimi e aggiungerli all’mpasto prima di dividerlo in palline. Dovrebbero essere circa sei. Stendere con il mattarello e una alla volta mettere le sfoglie di pane in una padella antiaderente gia`molto calda. Per circa 3 minuti per lato. Mettendo un copercho la cottura e`migliore.

Pane caldo, hummus freddo… buona cena relax!!!

IL PROFUMO DEL FIUME

Ricordi e ricette

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Il fiume Oglio mi appartiene da tanto tempo. Ora vivo dove si fonde con il lago d’Iseo… anni fa scendendo di qualche chilometro.

Ancora adesso quando faccio una passeggiata nei luoghi della mia gioventù sognante provo le stesse emozioni di sempre.

Ci sono posti in cui ti senti a casa anche se una casa lì non ce l’hai da tempo.

Hai la sensazione che tutto sia fermo ad accoglierti… profumi, rumori, dettagli…

Quel profumo di acacie e di fiume che ti si incolla addosso come una seconda pelle nelle serate d’estate ad esempio. O anche il caldo umido che i sanpietrini rilasciano sapientemente.

Il volo delle rondini con il loro verso squillante inconfondibile… e poi l’acqua delle fontane… il suono delle campane… le chiacchiere delle persone… i volti stessi che incontri in cui rivedi quelli del tuo passato.

Un angolo in particolare dove in un universo parallelo tu stai ancora facendo la majorettes e la tua migliore amica ti raggiunge con pane, nutella e estatè ad esempio. O quel ponte dove con la cartella rossa e le scarpe di vernice stai camminando per andare a scuola. Trecce e grembiule nero con colletto bianco. Pienamente nell’attimo come solo i bambini sanno essere, superfelice… superprotetta. Soddisfatta.

Le nuove esperienze s’intersecano con tutte queste sfumature creando la tua realtà. Una sinfonia di immagini nuove e passate, di emozioni che si fondono.

E tutto questo sai di certo lo trasmetterai nei tuoi gesti, nei tuoi rapporti, nel tuo lavoro e nelle tue particolarità.

Questa ricetta appunto sa di fiume… il mio fiume

Sa anche di verde e azzurro… i colori che mi circondano e si prendono cura di me.

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Spaghetti crudi di zucchine con erbe aromatiche e Insalata di Cavolo cappuccio

Ingredienti :

4/5 zucchine

pomodorini

pomodori secchi

capperi

timo

basilico

origano

Per l’insalata:

1 cavolo cappuccio viola

2/3 arance

1 yogurt 400g ( anche di soia)

1 cetriolo

mezzo limone

aglio

pepe

Tagliare le zucchine a spaghetti con l’affettatrice a spirale e mettere in uno scolapasta per far perdere l’acqua in eccesso. Mettere a bagno i pomodori secchi in acqua tiepida per idratarli e fare lo stesso con i capperi per fargli perdere il sale. Tagliare i pomodorini, cospargerli di sale e lasciarli per 10 m a perdere l’acqua.

Strizzare i pomodori secchi e sciacquare i capperi. In una padella con olio extravergine di oliva mettere mezzo scalogno tritato, aggiungere i pomodorini e farli cuocere 5 minuti, aggiungere pomodori secchi, capperi, erbe aromatiche e gli spaghetti di zucchine. Aggiungere sale se necessario.

Nella versione della foto ho messo anche del tofu aromatizzato al basilico e delle scorzette di limone.

Per l’insalata tagliare il cavolo a strisce sottili. Tagliare le arance a pezzettini e metterle in uno scolapasta a far perdere l’acqua per un quarto d’ora.

Nel frattempo preparare la salsa tzatziki. Grattugiare il cetriolo e anche in questo caso lasciarlo sgocciolare. Tagliare uno spicchio d’aglio sottilissimo, aggiungere lo yogurt, il sale, il pepe, mezzo limone e infine il cetriolo.

Unire il cavolo, le arance alla salsa tzatziki.

Il sapore deciso della salsa e del cavolo con il dolce dell’arancia rendono questa insalata fresca e armoniosa.

Paura e Fiducia

#iorestoacasa

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Sono seduta davanti al fiume a meditare… il sole, il rumore dell’acqua, un cigno, uno svasso, gli aironi in lontananza, le rondini appena tornate…

E’il momento del silenzio.

La natura si è ripresa il suo posto.

Un posto messo all’angolo dai bisogni di noi uomini, dalle nostre corse, dalle nostre vicessitudini opulente.

Ma non voglio parlare di questo. Non voglio ora polemizzare o raccontare ovvietà che non possono che essere evidenti agli occhi di tante coscienze.

L’emergenza che stiamo vivendo con questo maledetto virus sta facendo soffrire tanti esseri umani e ci fa scoprire vulnerabili come non mai. E uguali. Senza tante classificazioni di razza, vita sociale e potere economico.

L’unico rumore umano e`il suono inquietante delle ambulanze. Non si ferma mai, giorno e notte.

Mi ripeto un mantra, una preghiera che mia aveva insegnato mia nonna.

Questo mi aiuta a connettermi con le vibrazioni della la vita che mi circonda nonostante tutto. Una vita che sboccia.

Metto qualche seme buono nella mia mente sempre inquieta e vigile.

Per me le giornate da un punto di vista pratico non sono cambiate molto. Abito in un posto tranquillo, sto tanto a casa, sto tanto da sola. Vivo ritmi lenti e anche se spesso sarebbe piu`facile correre con qualcuno che mi dice cosa fare … stò cercando una specie di equilibrio tra la soddisfazione e il superfluo. Tuffandomi spesso in vuoti che richiedono tanto sforzo.

Senza una rotta precisa, delle abitudini consolidate, le certezze dei nosri rapporti siamo destabilizzati. Lo so bene da tempo e da tempo me ne sto occupando. Penso a obiettivi quotidiani, mi perdo in ‘piccole’cose, cerco di rimanere nel presente e nel distinguere ego e anima.

Grazie a qualche disavventura personale in questi mesi è cambiato anche il mio modo di sentire lo yoga. Nuove trasformazioni, situazioni da accettare. Anzi da accogliere. La zona di comfort che piano piano si allarga.

In questo periodo sto facendo le lezioni con skype. Ci ho messo un pò a decidermi. L’epidemia e l’isolamento hanno messo in luce l’essenziale. E io per un pò ho pensato che praticare per le persone non fosse indispensabile.

Come mi sbagliavo. Le nostre riunioni telematiche ci uniscono, ci confortano e la pratica ne esce arricchita. Preziosa. Si riesce a staccare un pò la mente e questo e`comunque un bene per rimanere sani.

Per mettere in una bolla per un pò preoccupazioni e paure che vanno a scavare chissà dove rendendoci ancora piu`fragili.

In questi giorni sto leggendo diversi libri. Un romanzo molto fresco che s’intitola ‘Donne che comprano fiori’e che ha come protagonista una donna che si chiama Marina come me. A volte il caso…

Un libro di psicologia molto interessante che avevo regalato tempo fa al mio compagno. Anche lui lo ha trovato utile. Il suo titolo e` ‘Kintsukuroi’. Attraverso la metafora dell’antica arte giapponese di riparare le ceramiche con l’oro per renderle preziose e uniche l’autore vuole proporre la cura delle ferite dell’anima allo stesso modo.

E poi ‘Il libro dei chakra’ di Anodea Judith che ogni tanto ripesco perchè sempre di aiuto. In questo periodo cercavo degli spunti per esplorare meglio il primo chakra che sento di avere in sofferenza per tanti motivi. E proprio da questo libro voglio riportare due righe che ho trovato interessanti e che possono aiutarci in questo momento.

‘Ernest Holmes, fondatore della filosofia della Scienza della mente, descrive la paura e la fede come due cose che possiedono le stesse qualità. La paura significa credere che qualcosa di terribile possa accadere, mentre la fede significa credere che qualcosa di bello possa accadere. Benchè i risultatai siano diversi, le cause sono le stesse. Entrambe sono convinzioni che governano il nostro comportamento e influenzano il modo in cui ci sentiamo. Se riusciamo a sostituire un irragionevole timore con una ragionevole fede, allore abbiamo trovato un antidoto naturale al demone del nostro primao chakra.

Personalmente stò cercando anche di sostituire il più possibile la parola preoccupazione con occupazione. Occuparmi di mantenermi attiva, informata, occuparmi di me, della casa, dei miei cari, i miei mici, di buon cibo, di leggere, ascoltare musica e di fare yoga e meditazione.

Regalando alla mia anima un pò di fiducia.

Forza e Leggerezza

La fiducia richiede pazienza

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Molte delle posizioni nello yoga s’ispirano e prendono il nome da figure mitologiche. Conoscendo le vite e i poteri di questi personaggi possiamo pensare attraverso la pratica di far nostre le loro caratteristiche.

E questo è anche il caso di hanumanasana.

In sanscrito Hanuman significa scimmia. Si racconta nel Mahabharata, una raccolta di poemi epici induisti, che il Dio Scimmia amico del Re Rama aiuta quest’ ultimo a salvare la sua sposa rapita da un demone malvagio. Per fare questo Hanuman con grande coraggio fa un grande salto dalle coste del sud dell’india allo Sri lanka alla ricerca di Sita.

La particolare posizione di hanumanasa vuole proprio ricordare questo incredibile passo che attraversa l’oceano mosso dalla profonda devozione e dalla fiducia.

Proprio da questa ispirazione hanumanasana aiuta ad andare un po’ oltre i nostri limiti, le nostre piccolezze per imparare a compiere qualcosa di arduo e trasformativo.

Quella che nell’immaginario comune rappresenta la spaccata e viene associata ai ballerini o ai ginnasti per lo yoga è un asana avanzata che permette a chi la pratica di riconnettersi con la sua parte divina e sperimentare forza, agilità, devozione, elevazione spirituale e giustizia.

Apertura e realizzazione delle proprie potenzialità. Il corpo si allunga in una liberazione di forza.

Non è adatta a chi pratica yoga da poco tempo. Richiede molta elasticità in quanto sfrutta il massimo stiramento che consentono i tendini. Quindi va preparata con altre asana più semplici.

Le posizioni che io propongo solitamente vanno a scaldare psoas, gambe e anche.

Nello specifico cerco di ammorbidire queste parti con delle sequenze che comprendono uttanasana, parsvottanasana, janu sirsasana, rajakapotasana, ardha hanumanasana e anjaneyasana. Quando c’è spazio per approfondire ed avvicinarsi alla posa è positivo provare un blocchetto sotto il bacino per accorciare la distanza da terra.

E’importante portare l’attenzione all’allineaento del bacino. Per far questo le cosce ruotano verso l’interno permettendo alla pelvi di avvicinarsi al pavimento creando equlibrio nei fianchi.

Non bisogna avere fretta di completare la posa, per aprire il corpo ci vuole tempo e devozione. E’importante lo spirito con cui si affronta ascoltandosi.

I benefici di hanumanasana sono tantissimi. Lavora sui due aspetti energetici yin e yang portando in equilibrio energie sottili. Apre i fianchi e stimola il secondo chakra procurando uno sblocco emotivo.. Stimola anche la fiducia e la forza di volontà agendo sul primo chakra.

Distende i muscoli di cosce, polpacci e anche. Migliora la mobilità della colonna e distende i tendini del ginocchio e dell’inguine. E’calmante, riposante e rinfrescante allo stesso tempo.

Quando ero piccola e frequentavo le scuole elementari essendo molto elastica negli spettacoli di fine anno mi facevano sempre mettere davanti e fare la spaccata. Non amavo troppo questa parte da solista ma mi ricordo quanto trovassi naturale scivolare lentamente con una gamba davanti e una dietro toccando terra.

Forte e leggera nello stesso tempo.

Wonder Woman Goodbye!!!

La bellezza non è perfetta

Anni fa parlai con un amico psicanalista in un momento della mia vita in cui avevo parecchia ansia.

Gli dissi rigidamente che mi trovavo ‘in difetto’come insegnante di yoga non riuscendo a controllarmi, a gestire almeno in parte questo stato d’animo attraverso la respirazione o la meditazione.

Lui mi rispose ‘pensi che noi psicologi siamo immuni da ansia o depressione?’

Mi resi conto che una sorta di presunzione/mania di controllo stava confondendo la mia ragione. Nonostante quotidianamente cerco la strada per lasciare andare e per trasmetterlo a chi fa yoga con me, la fragilità porta a galla atteggiamenti o pensieri compusivi con facilità.

La prova più tosta la stò avendo proprio ora, da due mesi a questa parte.

Dopo una piccola caduta in montagna in agosto ho avuto a intermittenza dolore molto forte nella zona lombare. Cerotti, taping, arnica, osteopata… forse l’articolazione sacro iliaca, forse contratture muscolari… Io nel frattempo ho continuato ad insegnare, fare lunghe camminate, corsi di formazione. Poi a Novembre un dolore forte al gluteo, come una pugnalata… costante.

Una mattina mi sveglio presto per andare a fare colazione fuori con il mio fidanzato, metto i piedi per terra e quasi svengo dal dolore! Sudo, mi si annebbia la vista, decisamente mi è impossibile stare in piedi. Mi sdraio e cerco di calmarmi e respirare…

Ho passato la prima settimana così …piangendo dal dolore, un dolore profondo, elettrico e snervante. Un dolore senza mai trovare una posizione che mi potesse dare sollievo, senza dormire, senza mai alzarmi, dipendendo dagli altri.

E qui introduco la prima delle mie false convinzioni da cambiare: la paura di chiedere! Di essere debole ed aver bisogno di aiuto!

E’una grazia, un sollievo per l’anima potersi affidare e sentire l’amore che qualcuno ti offre incondizionatamente.

pureyoga, odaka yoga, Marina Caputo, Lago Iseo, Sebino, Franciacorta

Tra il letto e il divano, senza interesse per nulla per lo stress di gestire il male ho fatto un ciclo di punture di antinfiammatorio senza benefici e di seguito di cortisone.

Proprio io che per prendere una tachipirina faccio testa o croce??? ( seconda falsa convinzione)

Sempre cercando di curare la causa e non la conseguenza, sempre portando l’attenzione per un benessere generale e per la prevenzione con uno stile di vita sana penso che i farmaci quando servono sono una grazia.

Quindi… Grazie cortisone! Un po’il tempo, il riposo e il farmaco giorno per giorno il dolore molla la presa e io riesco a rilassarmi e provare fiducia.

Il mio nervo sciatico stava soffrendo terribilmente. Sono abituata a ‘sentire’ i muscoli, le articolazioni, il ritmo del respiro… per questo ero impreparata.

Decido ovviamente di fare una rm. Risultato: ernia L5 S1

Ma come!!! Insegno yoga, mi ascolto, allungo, aiuto le persone a prendersi cura della propria schiena, mi piego in ogni asana ?!( terza falsa convinzione)

E’bello fare pace con le proprie imperfezioni e con la consapevolezza che il corpo cambia. Prendere coscientemente degli accorgimenti per ognuno di questi cambiamenti

pureyoga, odaka yoga, lago d'Iseo e Franciacorta

Io vivo con due uomini, il mio compagno e mio figlio, entrambi sono più forti fisicamente di me… quante volte stupidamente mi sono persa in competizioni assurde con loro invece di ascoltarmi!!!

E come dice una cara amica ‘arriva sempre a noi con naturalezza ciò che ci serve’

Fermarmi! Per andare verso i miei ritmi e la mia intimità. Attraversando l’esperienza del dolore e dell’impedimento.

Con molta pazienza e tanta meditazione l’attenuarsi del dolore forte ha permesso che io potessi avere spunti di riflessione e di crescita dall’esperienza che stavo avendo.

Ho ripreso in mano cose molto mie accantonate dalla velocità delle giornate e ho ridimensionato certi pensieri.

Io che mi identifico molto, forse troppo con il mio corpo elastico e forte, con la sacralità della mia pratica quotidiana, con la mia fisicità e con il lavoro d’insegnante ( quarta falsa convinzione), ho fatto pace con l’impedimento. Presunzione yogica!!!

Ho capito che ne avrò ancora per molto anche se miglioro continuamente.

Ho ripreso a fare lezioni senza praticare per tutto il tempo e introducendo spunti alternativi.

Ho ripreso a nuotare ed è magnifico quanto mi faccia stare bene!!!

Ho ripreso la mia pratica quotidiana facendo sequenze morbide che mi aiutano ad alleggerire la colonna. Le flessioni in avanti che tanto amo e certe torsioni per il momento restano solo un pensiero.

E soprattutto ho ripreso a guardarmi con compassione, felice per tutto quello che faccio e con la nuova convinzione che la belllezza non è perfetta.

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