Libera la tua energia!

Lo yoga e il sistema dei chakra

La parola Chakra, in sanscrito, significa “Ruota”, “Cerchio”, “Disco”, ed è utilizzata per rappresentare i centri energetici del nostro corpo con il compito di ricevere e distribuire la nostra energia vitale.

Secondo la filosofia dello Yoga siamo tutti fatti di un corpo fisico visibile ed un corpo energetico invisibile. Questo corpo invisibile è fatto di “Prana”, la nostra energia vitale. Il Prana fluisce nel corpo attraverso dei canali energetici chiamati “Nadi”, sono numerosissimi, ma tre sono quelli principali: Sumshumna, Ida e Pingala

Il primo è il principale, nasce dalla base della spina dorsale e termina alla sommità del capo e contiene l’energia Kundalini. Gli altri due canali sono: Ida (energia passiva, femminile, introversa, ecc.) e Pingala (energia attiva, maschile, estroversa, ecc.). Entrambi partono sempre dalla base delle colonna e risalgono alla sommità del capo, ma non in linea retta come la Sumshumna ma incrociandosi, seguendo un percorso a spirale per sei volte prima di raggiungere la sommità del capo. Ad ogni incrocio dei Nadi si formano i Chakra.

I chakra principali sono sette. Ad ognuno di loro sono associate specifiche funzioni mentali e corporee ed emozionali. Dal loro equilibrio dipende il nostro benessere.

Ad ogni Chakra viene associata una ghiandola endocrina con i relativi ormoni prodotti e con i relativi organi che sono sotto l’influenza della loro ghiandola corrispondente. La funzionalità della ghiandola dipende dall’equilibrio energetico del corrispondente Chakra. Se esistono degli stress psicofisici, l’energia dei Chakra si chiude così come si chiude la funzionalità delle ghiandole e degli organi relativi.

Il sistema endocrino è l’insieme di ghiandole che sintetizzano e liberano ormoni riversandoli nel sangue per regolare i processi biologici di organi e tessuti.

Tramite le asana e il pranayama si può migliorare l’energia e il funzionamento del nostro corpo fisico.

Muladara chakra – ghiandole surrenali.

Le ghiandole surrenali sovrintendono alla produzione degli ormoni dello stress. Sono situate sopra i reni e sono associate al primo chakraMuladara (fiducia), la radice.
Il colore associato è il rosso, l’elemento è la terra e l’energia che lo governa muove dal centro dell’addome verso il basso.
Questo chakra è connesso con il radicamento, il senso di stabilità e di sicurezza, il diritto di esistere.

Swadistana chakra – gonadi.

Le gonadi (ovaie e testicoli) sono deputate alle funzioni riproduttive. Sono situate nella zona pelvica ed associate al secondo chakraSwadistana (movimento).
Il colore è l’arancione, l’elemento è l’acqua. Il suo funzionamento è legato al fluire, al lasciarsi andare, al superare l’attaccamento alle cose, persone o situazioni. Quando funziona bene, consente di affrontare con entusiasmo e coraggio gli eventi della vita.

Manipura chakra – pancreas.

Il pancreas secerne insulina e regola i livelli di glucosio nel sangue per fornire alle cellule il nutrimento adatto per produrre riserve di energia. E’ situato a sinistra del plesso solare ed è associato al terzo chakraManipura (trasformazione).
Il colore è il giallo, l’elemento il fuoco e la forza che genera è in corrispondenza dell’addome e guida la trasformazione e il cambiamento: trasformare la nostra vita in coerenza col nostro essere e cambiare ciò che non ci piace. Fiducia e coraggio.

Anahata chakra – timo.

Il timo è un organo che sovrintende al funzionamento del sistema immunitario. E’ associato al quarto chakraAnahata (amore incondizionato).
Il colore è il verde, l’elemento è l’aria. E’ situato sopra al cuore nella zona dello sterno. L’energia vitale che lo riguarda procede dal centro del corpo verso l’alto. Ci avvicina a persone e situazioni che ci procurano benessere, allontanandoci da quelle nocive. E’ detto anche “chakra del cuore” sia per la posizione che per la connessione col senso di amore incondizionato: quando funziona bene siamo capaci di dare e ricevere amore.
Per la sua posizione è il centro energetico di equilibrio tra i primi tre chakra, legati alla dimensione materiale, e gli ultimi tre, legati alla dimensione spirituale.

Vishuddi chakra – tiroide.

La tiroide regola il metabolismo, la temperatura corporea, il peso, la crescita delle ossa e lo sviluppo delle cellule nervose.
E’ situata alla base del collo ed è associato al quinto chakraVishuddi (libertà).
Il colore è il blu, l’elemento è l’etere, lo spazio. L’energia procede dal centro verso l’alto.
Quando funziona correttamente, siamo capaci di esprimere emozioni e bisogni relazionandoci in maniera serena con l’esterno.

Ajna chakra – ghiandola pituitaria.

E’ la principale ghiandola del sistema endocrino. E’ il punto di incontro tra questo ed il sistema nervoso. Regola il ciclo mestruale, la gravidanza, la nascita e l’allattamento. E’ situata al centro della testa ed è associata al sesto chakra, o terzo occhio: Ajna (intuizione).
Il colore è l’indaco e rappresenta l’unione dei cinque elementi.

Sahasrara chakra – ghiandola pineale.

E’ l’orologio biologico del nostro corpo. Regola il ritmo sonno-veglia tramite la secrezione di melatonina ed il ritmo delle attività durante le diverse stagioni.
E’ associata al settimo chakraSahasrara (pura coscienza). E’ posizionato sulla sommità del capo .

Il colore è bianco luminoso e rappresenta la connessione con il sé autentico. Il mantra di riferimento è Om.

Lo yoga ha una tradizione millenaria che si basa su principi profondi e precisi. E’differente da una normale attività fisica. Determinate posizioni del corpo, unite ad una corretta e consapevole respirazione, attivano i nostri centri energetici innescando un sistema virtuoso di benessere e presenza.

Viva la vida

Il potere del colore

pureyoga, odaka yoga, lago d'Iseo e Franciacorta

Ma cosa c’entra l’anguria con lo yoga? In realtà niente all’apparenza. Se poi ti inoltri in tutte quelle pratiche che ti portano a prenderti cura di te e di tutto quello che ti circonda allora la connessione diventa evidente. Essere yoga vuol dire Unione.

La natura basta a se stessa e ci regala quello che ci serve al momento giusto. Niente di superfluo, basta vederlo e coglierlo.

In questi giorni fa molto caldo. L’estate è nella sua massima espansione e il corpo ha bisogno di tanti micronutrienti in più. Vitamine e sali minerali. Questi ultimi con la sudorazione aumentata rischiano di scarseggiare.

Io trovo che l’anguria abbia un aspetto veramente pop. Il suo colore esplosivo con i semini neri a decorarla naturalmente mi ha sempre fatto venire voglia di disegnarla.

Sarà per questo che Frida Kahlo, la pittrice capace di trasformare il dolore in colore, l’ha scelta come soggetto per scrivere il suo ultimo saluto otto giorni prima di morire? Viva la vida! La gioia di vivere e la riconoscenza per ciò che si ha avuto.

pureyoga, odaka yoga, lago d'Iseo e Franciacorta

Le angurie hanno l’aspetto di essere molto appetitose e ricche , così come ricca e intensa è stata la sua vita seppur breve.

Oltre ad essere bello e vitale questo frutto è rinfrescante e dissetante. E’ricca di tutti i sali minerali di cui il nostro organismo ha bisogno con le alte temperature. Potassio, Fosforo, magnesio, vitamina A e C. Mangiandola freschissima riesce ad alleviare la sensazione di spossatezza . Oltretutto rinforza il nostro sistema immunitario, depura, migliora l’aspetto della pelle e aiuta la circolazione. Ottima per il gonfiore alle gambe.

Ma non sembra la cosa giusta al momento giusto?

Sarebbe stupido non approfittare di queste risorse. Racchiuse in un piacere succoso.

Qui in giro dalle mie parti ci sono da sempre le melonere , luoghi spesso provvisori e con un nonsochè di poetico che offrono fette di anguria e di melone.

E se sei stufo della solita fetta d’anguria perchè non centrifugarla per farci un bel drink?!

Io spesso ci faccio anche il gelato. Qui nella foto ho messo una banana che ho congelato, dei frutti di gelso che avevo trovato e ho frullato con un pezzo d’anguria e del ribes.

Il risultato è ottimo e può essere un’idea di dolce post cena che disseta.

Quando ero piccola nelle calde domeniche di agosto andavamo a fare dei picnic in qualche valle bergamasca. Pasta fredda, panini, dolcetti e lei …l’anguria …in una rete…messa nel ruscello a rinfrescarsi.

Una gioia immensa da tenere nelle due mani e mordicchiare chiacchierando!

Costruire e distruggere

Trasformarsi con pienezza

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Praticare hatha yoga da vent’anni mi ha caratterizzato, sostenuto e aiutato nella ricerca di me stessa e del mio benessere. Qualcosa però mancava alla mia formazione. Avevo imparato a controllare il corpo e il respiro ma non avevo imparato a lasciare andare.

Odaka yoga mi ha ispirato e completato. Fare uno yoga dinamico non vuol dire per forza non soffermarsi nelle posizioni, approssimarle o sudare passando da un asana all’altra.

Essere nel flow aiuta essenzialmente ad allinearsi con il nostro sè più profondo, con le nostre intenzioni e la natura che ci circonda.

Aiuta anche a non identificarsi troppo con ciò che viene e che va. La transizione è importante quanto la posa e questo crea uno stato di attenzione e di presenza costante. Sviluppa resilienza, mente quieta e abilità ad agire.

Se c’`è troppo scopo, ad esempio pensando durante la pratica alla posa che segue o all’allineamento perfetto quando le nostre condizioni non sono sempre uguali, inevitabilmente ci sarà sforzo. E nello sforzo non ci sarà chiarezza.

Imparando a lasciare andare ci si affida alla percezione, all’intelligenza straordinaria del nostro corpo e del nostro respiro.

Si diviene adattabili come l’acqua, flessibili e integrati.

Ho imparato nel tempo come insegnante a trasmettere l’inutilità della performance tanto occidentale privilegiando l’ascolto interiore. Talvolta praticando anche bendati per escludere l’ego e il confronto e sviluppare il senso interiore.

Quando preparo una lezione mi concentro sull’intenzione e non sul creare uno schema vero e proprio. Le persone e le diverse energie che si uniscono costruiscono poi il vero corso della pratica che non può attenersi a schemi rigidi. Tutto si adatta alle necessità di quell’attimo unico e irripetibile.

Nelle sequenze oltre al bilanciamento di pose e contropose mi piace portare attenzione al mantenimento di una bellezza del fluire. Un’espressione fluida che mantenga al contempo i principi dell’allineamento e il fluire dell’energia attraverso il radicamento, l’estensione e il lasciare andare.

I miei insegnanti di Odaka mi hanno passato una cosa molto importante al fine di non irrigidirmi in gabbie mentali e di coltivare la forza interiore, l’autostima e la libertà.

Costruire le lezioni come fossero un mandala. Creare, conservare per il momento fine a se stesso e poi distruggere per non creare attaccamento.

Questo da luogo a un ciclo senza fine che simboleggia la trasformazione.

Cambiare sguardo

Il potere delle torsioni

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Le torsioni sono tra le posizioni più antiche dello yoga.

Per torsioni si intendono tutte quelle asana che implicano un avvitamento della spina dorsale lungo il suo asse che va dal coccige al cranio.

Mentre le altre asana modificano il rapporto con la gravità, queste posizioni hanno origine da un’azione muscolare modificando la simmetria del corpo e quindi anche gli scambi energetici al nostro interno. Cambiano il flusso nelle due nadi principali, la Ida e la Pingala, e quindi anche lo stato mentale.

Rappresentano una spirale che si avvolge lungo l’asse vertebrale richiamando l’idea del movimento ininterrotto e dell’’energia.

Con le torsioni i dischi intervertebrali si comprimono naturalmente. Un disco è una sorta di cuscinetto cilindrico di gel al quale un’arteria e una vena portano il nutrimento e che smaltisce gli scarti. Attraverso la compressione questo cuscinetto viene nutrito e preservato da eventuai ristagni che causano infiammazioni. Per fare in modo che ci sia questo beneficio in sicurezza bisogna allungare la colonna coscientemente in estensione assiale per ruotare solo fino dove i muscoli lo consentono senza coprimere i dischi.

In presenza di ernie bisogna muoversi con cautela, io lo so bene. Ma ascoltandosi a lungo andare praticare queste asana può essere solo benefico.

Oltre a migliorare la salute della colonna, con le torsioni si possono avere dei miglioramenti anche nella correzione della postura, soprattutto nel caso delle scoliosi.

Un’allieva che seguo da tre anni attraverso un programma mirato che abbiamo seguito ha avuto dei benefici notevoli per l’allineamento della schiena e di conseguenza di tutte le contrazioni di compensazione che aveva spesso.

In torsione infatti si tonificano e allungano i muscoli para vertebrali e obliqui responsabili di buona parte del nostro atteggiamento posturale.

Il mio tanto amato tessuto connettivo intorno alla spina dorsale si libera e le fibre muscolari possono quindi scorrere meglio l’una sull’altra acquisendo mobilità.

Un muscolo in particolare su cui agiscono le torsioni è il diaframma che si distende e diviene più elastico. Soprattutto grazie alla sinergia con gli organi pelvici e addominali che schiacciati vengono irrorati di sangue, favorendo la digestione e quindi un effetto detox.

Questo in parte quello che viene a livello fisico.

La capacità digestiva è legata ad Agni, il fuoco gastrico, una delle maggiori divinità indù maggiormente adorate nella religione vedica. Dio del fuoco e della luce che anima tutti i processi biologici. Se la nostra capacità di digerire il cibo e le emozioni è debole si produrranno tante tossine che verranno accumulate nel corpo ostruendolo.

Questo residuo tossico è per l’ayurveda la causa principale delle malattie e da lui dipende la nostra vita. Inoltre a livello mentale chi gode di un metabolismo bilanciato (sama agni) è caratterizzato da un comportamento calmo e rilassato e da una mente concentrata e ferma.

Il fuoco gastrico si trova nell’addome in corrispondenza del centro dell’ombelico dove risiede l’importantissimo manipura-chakra, produttore di energia, che governa il metabolismo. È qui che secondo lo yoga vengono metabolizzate le nostre esperienze.

Rendere questo centro mobile e vitale ci aiuta sia in senso fisico che psicologico ad assimilare quello che la vita ci porta, a girarci indietro e poter osservare il nostro passato e quindi a far tesoro delle nostre esperienze e al contempo guardare da diverse prospettive sbloccando schemi sedimentati.

A livello sottile infatti le torsioni rappresentano un cambio di prospettiva e la capacita`di vedere laddove prima non riuscivano. Innescando intuizioni e cambiamento. E connettendoci con la trasformazione e con la consapevolezza che la vita è un continuo movimento.

Da un punto di vista dell’esecuzione generalmente durante le lezioni parto da rotazioni semplici. E nel corso del tempo avendo integrato il concetto di allungamento assiale si esplorano quelle più complesse.

Pur facendo uno yoga dinamico nel viaggio dentro queste asana mi piace soffermarmi un pò più a lungo. Tenendo la posa per più respiri.

In una lezione ben bilanciata aiutano tra l’altro a riportare la schiena in posizione neutra dopo altri gruppi di pose. Un pò come se resettassero. Per esempio dopo tanta attivazione del core prima di eseguire le estensioni all’indietro per allentare la tensione addominale.

Ardha Matsyendrasana è la madre di tutte le torsioni. Ha una sua profonda sacralità e va eseguita per gradi. E’una delle più antiche e tradizionali posizioni dello yoga e delle più conosciute grazie al mito di Matsyendra, il primo maestro di yoga.

Viene tradotta con ‘la mezza posizione del Signore dei pesci’in quanto secondo i libri della tradizione yogica Matsyendra riusciva a piegare il busto di 180 gradi.

Se la spalla tende a chiudersi o la colonna perde di lunghezza è bene provare altre varianti per trovare una posizine confortevole nella quale poter rimanere per qualche respiro.

Come tutte le posizioni che prevedono una rotazione del busto , qui molto profonda, Ardha Matsyendrasana è collegata ad una forte simbologia: ruotare la parte del corpo frontale, visibile, verso quella posteriore più nascosta.

Questo ha come significato l’unione del conscio con l’inconscio. Della luce con l’ombra. Dello yin con lo yang.

Gli antichi testi sostengono che quest’asana è in grado di distruggere le malattie e di risvegliare Kundalini.

Vale la pena provare, no?

Guarda, impara e sii grato

La natura insegna e accoglie

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Lo dico spesso durante le mie lezioni all’aperto. Lasciati andare all’abbraccio della terra. La terra ti sostiene e ti accoglie, perchè tu fai parte di essa.

Nella pratica il rimanere più a lungo possibile nel presente è quello che conta. Crea benessere, attenzione, e unione. E dall’unione nasce la connessione profonda con tutto quello che ti circonda.

La connessione è amore. La divisione paura.

Quest’anno le lezioni all’aperto mi sembrano più ‘sentite’. Le persone hanno voglia di verde, di condivisione e di momenti di sospensione da tutto il resto.

C’è chi si è avvicinato alla pratica perchè durante il periodo di chiusura totale per il virus ha sperimentato lo yoga on line per rilassarsi. C’`e chi si sente arrugginito perchè non ha più fatto niente, chi ha voglia di provare a lasciare andare ansie e tensioni in un ambiente gentile e invitante.

Il fiume e il verde intorno, uno spazio riservato e silenzioso. La sola compagnia degli animaletti dell’acqua.

Ma ci voleva questa emergenza per farci riscoprire quanta bellezza c’`e qui intorno e come infondo per stare bene ci vogliono essenzialmente cose semplici?

Ci voleva di fermarsi ‘forzatamente’per avere un luglio fresco e limpido? Non me lo ricordo da anni! … Per vedere il fiume pulito e pieno di pesci… le libellule, le lucciole e la brezza …

Ieri al parco ho incontato un cagnolino simpaticissimo. Un cucciolotto di nome Aldo che va in giro in motorino con il sua amico umano. Ho passato la serata con loro a chiacchierare e giocare. A condividere un panino e due crocchette. Questo signore di quasi settant’anni di nome Francesco, molto semplice e solitario mi ha detto: ‘ Cosa possiamo volere di più io e Aldino? Un pò di ottima compagnia, la natura e il silenzio, e il vento fresco in riva al fiume!’

Ci voleva che ci obbligassero a non ammassarci? Per ridimensionare una frenesia così artificiale?

La natura stà un po`meglio, questo è un segnale , uno spunto, un insegnamento.

Non possiamo ignorarlo. Fermiamoci un pò più spesso a guardare il cielo, a toccare una pianta, accarezzare un cane, osservare come si muovono gli animali intorno a noi? Fermiamoci per perderci in tutte le sfumature di verde, nei suoni che lo accompagnano. Nelle sensazioni diverse che il tocco di fiori, piante acqua, pietre ci danno.

E’molto più benefico di un negozio che ci invade con colori e offerte di cose che non servono. Di una televisione accesa per riempire vuoti che in realtà non esistono.

Se restare chiusi ha amplificato i nostri sensi e i nostri pensieri facciamo in modo che questo non si disperda.

Farne tesoro può renderci migliori e rendere migliore il nostro pianeta che respira con noi.

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Lo yoga è per tutti

Ascoltare e Sentire

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Che bello ritornare a praticare dal vivo… sono profondamante grata di avere gli allievi nuovamente vicini a me. Di poter osservare il loro viso distendersi, il loro respiro, di poterne percepire le vibrazioni.

E soprattutto di poter essere il tramite per il loro benessere.

Dopo questi mesi di emergenza e ancora adesso con cautela riappropriarsi di spazi e contatti è un bene da usare con cura.

In questo periodo si sono avvicinate alle lezioni tante persone che non hanno mai praticato e che si sentono affaticate, stressate e ansiose.

Si sono alterati tanti equilibri e la ricerca di un’abitudine sana che possa essere d’aiuto è un’esigenza di tanti.

Il privilegio di poter insegnare yoga per me è soprattutto capire chi ho davanti e accompagnarlo alla pratica in una modalità che possa ‘sentire’.

Sì perchè sentire non è ascoltare le mie parole o guardare i miei movimenti ed imitarli. E’muoversi in terreni inesplorati di se stessi allargando lentamente la propria zona di confort e ascoltando cosa avviene.

E per questo di certo sta a me saper modulare sequenze e ritmi per dare davvero a tutti la possibilità di fare yoga.

Inutile avventurarsi in posizioni complesse se il respiro della maggior parte della classe avviene solo nel torace e il diaframma è bloccato.

Ci sono lezioni in cui non è possibile neanche alzarsi in adho mukha svanasana. E va bene così. Perchè il percorso va costruito per gradi e nel rispetto del proprio corpo e dei limiti delle nostre gabbie mentali.

Quanto è difficile fermasi quando si sta attraversando un momento di squilibrio e di confusione e non si sa da dove partire per cambiare qualcosa? Mi telefonano spesso delle persone per chiedere informazione sui corsi chiedendomi: ma ci si muove un pò ? perche`altrimenti mi annoio, non sopporto lo yoga troppo meditativo, non fa per me.

Difficile davvero rispondere. Primo perchè seppur esistono innumerevoli modalità e stili di praticare lo scopo dello yoga è solo uno: unione tra mente e corpo. Capacità di poter controllare il corpo attraverso le asana per poi controllare il respiro e la mente e cancellare le fluttuazioni per vivere nella realtà così com’è. Secondo perchè seppure io propongo il mio modo nessuna lezione è uguale a un’altra ma ci sono tante varianti che ne determinano la realizzazione.

Si ha spesso la sensazione che approcciarsi ad un’insegnante di yoga vuol dire avere a che fare con persone estremamente calme e lente, persone che nulla le può smuovere. Non c’è niente di più sbagliato.

Gli insegnanti di certo cercano di trasmettere quello che hanno integrato con la loro pratica, il loro studio e le loro esperienze, ma sono in viaggio anch’essi in questo percorso.

Una volta una ragazza mi ha detto: io non faccio yoga, sono una sportiva?!’

Io ho sorriso e sebbene avessi voluto risponderle d’impulso qualcosa di poco zen ( proprio perchè anche gli insegnanti non sono immuni da fastidi e manifesazioni dell’ego) le ho risposto: conosco tanti sportivi che lo fanno per bilanciare il lavoro muscolare e aiutare la disciplina.

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Non fa niente se io stessa corro, nuoto, ho provato qualunque sport e tra una lezione e l’altra quando mi sposto in macchina ascolto solo musica rock!

Estate nel Parco

Con il benestare del Comune di Sarnico sono felice di presentarvi questo ciclo di lezioni all’aperto presso il Lido Fosio.

In riva al fiume Oglio lezioni di yoga adatte a tutti! Stiamo vivendo un momento delicato ma in fondo cerchiamo armonia e benessere. Un valido aiuto può arrivare dallo yoga, dalle tecniche di respirazione e dalla meditazione .

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Contattami per informazioni e orari.

Namaste

56 battiti

Coltivare il proprio Daimon

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Ho installato una nuova app sul telefono: si chiama Instant heart rate. Il mio compagno che corre e ama essere preciso con gli allenamenti e i numeri me l’ha consigliata dato il mio brutto rapporto con i battiti cardiaci. Ci sono due motivi solitamente che mi fanno venire la tachicardia e di conseguenza diversi fastidi. L’anemia che ogni tanto mi perseguita, e l’ansia. Non saprei dire qual è peggio. In entrambe le situazioni mi sento stravolta e preoccupata. A 45 anni credo che stiano avendo il loro ruolo da protagonisti anche gli ormorni traditori!

Ho incominciato a camminare parecchio e a fare qualche corsetta perchè`il lavoro aerobico fa bene al cuore e alla mente.

E sistemando un pò di cosette con pazienza ho tanti periodi di assenza di queste ‘caratteristiche’. Tuttavia il mio battito da riposo è sempre stato 70/80. Mentre Luca anche 50!!!

Un giorno dopo la mia pratica di yoga quotidiana verso le 7 di sera mi sono misurata i battiti perchè mi sentivo particolarmente in forma. Ebbene non mi ero sbagliata: 60 battiti! Per me una conquista davvero. Anzi un segnale.

Mi è capitato anche quando sul divano davanti al pc stavo scrivendo una cosa che mi soddisfaceva particolarmente e mio figlio passando mi ha detto: ma sorridi mentre scrivi, che bello! Mi sono misurata i battiti: 60!

E poi ancora con la mia micia Gaia appiccicata, mentre stavo cucinando, e disegnando, a cena con gli amici, mentre pensavo ad una mia zia che mi aveva detto delle cose dolci e confortanti.

Allora ho pensato di usare questa modalità non tanto come strumento oggettivo e di salute. Ma come rivelatore delle cose che più mi fanno stare in pace. In sintonia con la mia anima. Il rivelatore del mio daimon. Cioè il demone che ciascuno di noi riceve come compagno prima della nascita secondo il mito di Er di Platone. Il compagno segreto dal quale, più di ogni altra cosa, la nostra vita dipende.

Sono stata recentemente in un parco chiamato Bosco Taxodi. Dove il lago d’Iseo diventa fiume Oglio a Paratico. Questa riserva naturale è composta da piante meravigliose che si chiamano Taxodium distichum. Sono delle piante alte acquatiche con delle radici che salgono dall’acqua e sembrano dei castelli di sabbia. Un posto magico con un’energia forte che ti fa sentire a Granburrone nel Signore degli Anelli. E’anche la casa di animali che amo tantissimo: gli aironi. Li puoi osservare da un nido all’altro volare alti con i loro versi preistorici. E quando sei fortunato e soprattutto molto silenzioso puoi vederli a terra fermi e fieri padroni del loro territorio.

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I miei battiti: 56! Non mi sono neanche stupita. Mi sentivo in sintonia con tutto quello che c’era intorno. In Unione.

La traccia del mio Daimon: lo yoga, la creatività, la scrittura, i colori, la famiglia, gli amici, gli animali, la natura. Penso che per stare bene non mi devo allontanare troppo da questa essenza rivelata.

Ci sono due libri che che mi sono cari che mi ricordano questo argomento: Il codice dell’anima di James Hillman e L’arte di ascoltare i battiti del cuore di Jan Philipp Sendker. Il primo parla proprio del Daimon, la chiave che aiuta a decifrare il linguaggio cifrato che ci spinge ad agire ma che non capiamo. Il secondo un romanzo delicato ambientato in Birmania che parla d’amore e di sensi sviluppati per compensarne altri.

Ve li consiglio sono magici.

Qualcosa in cui credere

Spazi sacri e modalità di preghiera

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Il mio approccio allo yoga è sicuramente molto fisico e occidentale.

Questo è dovuto alle mie esperienze. Ai maestri e agli allievi che ho incontrato fino adesso.

Certo personalmente leggendo, studiando e praticando ho sperimentato sensazioni più sottili di armonia e di ascolto.

Però per trasmetterle ci vado in punta di piedi. Certe cose vanno provate e ci vuole tempo.

Io posso essere il tramite, posso essere una facilitatrice di questo cammino.

Ed è quello che amo di più.

Con il filtro di quello in cui credo profondamente e che sento giorno per giorno trasmetto e indico movimenti che sono fondamentalmente una modalità di vita.

Questa modalità è diventata per me preghiera. Il tappetino il mio tempio. Lo spazio sacro per connettermi in profondità con tutto quello che mi circonda. Per sentirmi parte integrante e in sintonia con me stessa e gli altri.

Un luogo senza tempo. O forse con il giusto tempo.

Dove il presente si manifesta insegnando la realtà e il superfluo. Nutrendo la coscienza.

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E’un processo che a volte destabilizza e va trattato con cura e rispetto.

E con il tempo diventa la risorsa a cui tornare per sentirsi a casa.

Dai miei maestri Francesca Cassia e Roberto Milletti ho imparato a creare sequenze come mandala da vivere e distruggere alla fine di ogni lezione. Questo per coltivare la libertà e non il attaccamento. Per perseguire un fine nel presente e poi cambiarlo ogni volta rinnovandosi.

Un grande insegnamento che regala elasticità e resilienza.

Mi piace credere che ognuno abbia la sua preghiera che lo faccia stare meglio nella propria vita. Qualcosa in cui credere da trasmettere con l’esperienza e senza inutili estremismi.

Per creare fiducia, unione e benessere.

Solo se ti radichi puoi estenderti

Lezione di martedì 28 Aprile ore 18,00

Tutte le sere alle 18 circa faccio la mia pratica quotidiana, così come viene. Come una preghiera mi raccolgo in me stessa e mi regalo questo spazio sempre unico e rinnovato.

Ne nasce sempre qualcosa di nuovo. L’intelligenza misteriosa del corpo indica la strada.

In questo periodo, grazie anche alla chiusura dovuto al virus, è nata in me l’esigenza forte di cercare nuove radici. Amo tantissimo il luogo dove abito da ormai dieci anni ma mi sono resa conto che per qualche motivo ancora a me ignoto mi sono sempre voluta sentire come una straniera qui.

Così nel mio spazio yoga sto cercando di stimolare muladhara chakra, il chakra della radice. Porto molta attenzione ai piedi, al loro appoggio a terra, faccio asana che energizzano le gambe e mi radico profondamente nel respiro.

Il resto poi sta venendo da sè. E non e`un caso. Ovviamente.

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Ho incominciato a sentire la necessità di esplorare qui intorno, soprattutto il fiume. Di fare tesoro dei suoi doni per prendermi cura di me e della mia casa.

Raccolgo ortiche, cicorie, studio i profumi inebrianti che mi circondano e i fiori che li emanano.

Osservo le tante creature meravigliose che appartengono a questo posto quanto me. Le rondini appena tornate, gli aironi, i cormorani, i cigni, le folaghe, gli svassi, le anatre, i corvi, gli uccellini ballerina che danzano sull’acqua.

Raccolgo i sassi e delle conchiglie per decorare casa, insieme a qualche fiorellino spontaneo.

Mi nutro del verde intorno con tanta gratitudine.

E da un paio di settimane con i vicini ho creato più comunicazione e solidarietà. Ci scambiamo cose utili, ci mandiamo messaggi, consigli, ricette.

In un momento in cui la norma è il distanziamento sociale io non sono mai stata cosi`vicino alle persone che mi circondano.

Ieri ho fatto delle brioche fantastiche. Al terzo tentativo in dieci giorni ho raggiunto un ottimo risultato.

Messaggio: a distanza e con gli accorgimenti del caso vi porto la merenda! Ok grazie… io delle uova nostrane! Io altre conchiglie trovate al fiume! Io dei guanti in più che mi hanno dato in farmacia!

Oltre alle brioche ho preparato la pizza, i ravioli, il risotto alle ortiche e tante altre cose che mi aiutano a pensare che mi prendo cura di me.

Ho sistemato e pulito bene casa facendo sogni e progetti su lavoretti futuri per renderla ancora più piacevole. E ho sistemato i vestiti con piu`attenzione del solito facendo il cambio di stagione. Rivalutando cose dimenticate.

Ho sistemato e incorniciato foto e ricordi,. E faccio lezioni con skype dove parliamo un pò di tutto e ci facciamo compagnia.

E mi regalo il tempo di guardare il cielo.

E ore casa mia mi sembra più casa. Mi sembra un posto più accogliente e sicuro.

Mi sento sulla buona strada. Sicura questa volta che se sento un senso di appartenenza dove vivo questo di sicuro non mi bloccherà ancorata qui ma mi farà stare ancora più a mio agio nel mondo.

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